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al testo di Alessandra Ponticelli Conti
Che ne sar?
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Che ne sarà della terra?
Dell'uomo muto di Giono
che piantava, imperterrito,
alberi, mentre il mondo
crollava sgretolato dalla guerra?
Che ne sarà di me
della femme d'à côté?
Del mio bicchiere di lucciole
quando perfino il dolore,
muto, mi volterà le spalle
dicendo: "non ho più voce"?
Che ne sarà di noi
ormai ombre distanti
che amavamo Camus
la sua rivolta
e i nostri silenzi?
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Loredana, sei sempre molto affettuosa con me. Grazie! |
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Questa poesia ha la purezza di un diamante. Ciao Alessandra! |
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Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno lasciato un commento |
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Carissima, è la prima volta che ti leggo e ti commento più che favorevolmente poichè nella tua poesia, peraltro breve, quindi efficacissima, ci sono presenti amore e dolore, quei sentimenti che muovono il mondo malgrado tutto, malgrado noi. Un caro saluto |
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Ho amato -davvero, commuovendomo - il Camus de L’Ètranger, de La Peste, di Le Mythe de Sisyphe - ma purtroppo, anche se era tra i libri di mio padre, non ho mai letto Giono cara Alessandra. ( ho letto sempre disordinatamente, con scarsa memoria e non molto). E amo leggerti, anche se dire "amo" suona di maniera. Amo la tua scrittura pulita e profonda, amo il tuo porgerti, come in offerta! Beh, je suis amoureuse de toi! |
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Luciana Riommi Baldaccini - 22/06/2013 00:29:00 [ leggi altri commenti di Luciana Riommi Baldaccini » ]
Molto bella, Alessandra, questa tua ricerca, qui rivolta al futuro, che avevi già adombrato, ma con occhi rivolti al passato, nella precedente poesia (Mi cerco), altrettanto bella, nell’eleganza della forma che dà voce alla tua profondità. |
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Bellissima |
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Marco Giovanni Mario Maggi - 21/06/2013 22:53:00 [ leggi altri commenti di Marco Giovanni Mario Maggi » ]
Bellissima Alessandra, mi piace molto il modo, forse un po’ ironico, che usi nel trattare il dolore:"quando perfino il dolore,stufo, mi volterà le spalle dicendomi: "non ho più voce"". |
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Ferdinando Battaglia - 21/06/2013 20:58:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]
Bello Alessandra, perché l’hai trasformata in una bella poesia, perdersi nella drammaticità della domanda, ancor prima di diventare ricercatori di una plausibile risposta; in fondo è nell’angoscia esistenziale, che possiamo tornare ad essere "umani". |
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Le tue passioni, in una poesia limpida e vera. Sempre bello leggerti, non è solo un gusto stetico, è soprattutto uno scambio nel/del profondo. |
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Semplicemente bellissima!!!!! |
